Alimentazione complementare: la “nostra” scelta!

Svezzamento, autosvezzamento, BLW, scelte da fare e propensioni da assecondare.

Di svezzamento avevo già parlato diverso tempo fa, quando ero ancora mamma di un solo bambino e questa nuova fase mi spaventava e, allo stesso tempo, incuriosiva.
Alessandro, non sembrava essere una buona forchetta ed i primi tempi mi sentivo in balia delle incertezze e delle mie paure.
A distanza di 4 anni mi ritrovo un bambino che mangia tutto, predilige frutta e verdura e non disdegna il pesce, meglio, il sushi.
Una botta di c… fortuna incredibile.
Con Alessandro ho seguito uno svezzamento tradizionale, fatto di pappe ed omogeneizzati. In realtà non avevo altra scelta, visto che non aveva grande curiosità verso il nostro cibo.

Quando il test di gravidanza mi ha annunciato l’arrivo di Giulio ho subito pensato che avrei voluto allattarlo e poi che avrei voluto seguire la strada dell’autosvezzamento, perché diciamo che dello svezzamento di Alessandro non avevo proprio dei bei ricordi: dal punto di vista emotivo, non era stata una bella esperienza, ero terrorizzata dal fatto che non mangiasse abbastanza, che la sua alimentazione non fosse equilibrata ed esatta, quindi, stavolta, ero convinta di dover rendere questo momento più leggero.

i 6 mesi di Giulione sono arrivati in un batti baleno ed essendo presenti tutti i requisiti (Giulio stava seduto perfettamente e senza bisogno di sostegno, aveva perso il riflesso di estrusione e mostrava molto interesse verso il cibo), dopo aver letto e studiato tanto, ho disatteso ogni proposito e ho provato ad introdurre le prime pappe.

Perché?
Perché c’ero già passata, ero capace, sapevo le quantità da dare, come fare le pappe per renderle equilibrate… insomma, la consapevolezza mi rendeva sicura!

Ma ecco, ho fatto i conti senza l’oste: Giulione non ne ha voluto proprio sapere di pappe, lui ha voluto assaggiare quello che mangiavamo noi, ha voluto stare a tavola, scoprire, esplorare, gustare.
Ed io, facendo i conti con le mie paure, non ho potuto fare altro che assecondarlo.

Prima di iniziare ad introdurre nuovi alimenti, ho comprato il corso sullo svezzamento della dietista Verdiana Ramina: ottimo, ricco di spunti, completo. Non è un corso sull’autosvezzamento, ma dà una serie di informazioni precise e specifiche affinché il genitore possa scegliere la strada più confacente al proprio bambino.
Inoltre, ho fatto una consulenza con Irene Vaticano (infermiera pediatrica, consulente per l’allattamento) per capire come combinare in modo ottimale l’allattamento e l’introduzione di cibi solidi.
Mi sono informata sui tagli sicuri e, a breve, farò anche un corso di disostruzione pediatrica ( che andrebbe fatto a prescindere dalla modalità di svezzamento scelto) ed un corso sull’autosvezzamento tenuto da Irene Vaticano e dalla dietista Elena Aprile.

Perché tanti corsi? Perché l’alimentazione complementare è un percorso, per me, del tutto nuovo, ma è la strada migliore per mio figlio e lo capisco dai suoi sorrisi quando siamo a tavola.
E sono sincera, dargli un piatto di fusilli e lasciarlo libero di sperimentare e di nutrirsi non è stato facile. Mi chiedo sempre se mangia abbastanza, se c’è qualcosa da migliorare, se sto sbagliando qualcosa.

Informarmi, prendere spunti, confrontarmi con dei professionisti che possano fugare anche dubbi probabilmente “stupidi”, per me è fondamentale per continuare a vivere con serenità questo importante step della crescita del mio bambino.

Per il resto che dire? Giulio è felice, odia le posate, non vuole essere imboccato e quando ci provo mi guarda con l’aria di chi pensa: “Dammi un pezzo di cibo in mano e nessuno si farà male, madre!”

Leave Your Comment