svezzamento: gioie e dolori

Si sa che i bambini piccoli, durante i primi mesi di vita, attraversano molte fasi diverse, cambiano continuamente abitudini e noi genitori, spettatori curiosi, ci sentiamo, spesso, disorientati.

Personalmente, ho atteso l’inizio dello svezzamento con trepidazione, avevo voglia di vedere Tellino alle prese con il cibo e mi domandavo come sarebbe stata questa nuova esperienza.
L’incoscienza di chi è al primo figlio non permette di immaginare che l’introduzione di cibi solidi possa essere difficile, sfiancante, incomprensibile, preoccupante e fallimentare per un po’ di tempo.

Ancora prima che Alessandro nascesse, avevo dedicato qualche oretta delle mie giornate a studiare, leggere, conoscere l’autosvezzamento e mi ero convinta che sarebbe stata la scelta migliore, la più naturale, quella che avrebbe evitato al mio piccolino intrugli e pappette senza gusto (peggiorati dal fatto di essere preparati da me: un incubo per il palato di chiunque).

Poi, però, non sono riuscita ad allattare Tellino e così ho abbandonato l’idea dell’autosvezzamento per paura che non si saziasse visto che dopo l’eventuale assaggio, non avrei potuto attaccarlo al seno se ne avesse sentito l’esigenza.

Così, alla soglia del sesto mese ho iniziato lo svezzamento classico, sono partita con la frutta fresca che Alessandro detestava.
Ho provato con i vasetti e Alessandro avrebbe mangiato anche il vasetto, peccato non fosse commestibile.
A quel punto ero certa che tutto sarebbe andato alla grande e che non avrei avuto problemi con la pappa, ma quanto mi sbagliavo!
Ho comprato le verdurine bio, km 0, quelle che costavano di più (il fruttivendolo festeggiava quando mi vedeva!) ho preparato brodo vegetale per un reggimento, l’ho diviso in mini porzioni, conservato in freezer, dove non c’era più spazio per altro e via… ho iniziato a proporre le prime pappe ad un Alessandro disperato, schifato e deluso dal cibo.

Per giorni e giorni il pranzo è stato un incubo, Alessandro rifiutava tutto ciò che gli proponevo, mangiava solo latte o vasetti di frutta, piangeva e urlava ed io non sapevo proprio cosa fare.
Prima di arrendermi, ho comprato il brodo vegetale Milupa e da lì tutto è cambiato: Ale ha iniziato a mangiare volentieri, voleva la pastina, ne voleva tanta, la pretendeva, io ho avuto la conferma di essere una pessima cuoca e il fruttivendolo ha perso un’ottima cliente.

Tra meno di venti giorni, Alessandro compirà un anno ed io ho, spesso, la sensazione di variare poco la sua dieta, la paura di proporgli cibi nuovi e la costante preoccupazione di stare sbagliando qualcosa.
Parlando con altre mamme che, come me, hanno scelto lo svezzamento classico, mi sono resa conto che questi miei pensieri sono anche i loro, che si entra in un loop fatto di passato di verdure, carne/pesce e pastina dal quale diventa difficile distaccarsi.

Al momento, vado costantemente alla ricerca di idee per nuovi piatti da proporre a Tellino, il quale non mi facilita l’arduo compito, essendo un po’ pigro ed amante solo di pane…
Cosa mi consigliate? Avete fatto autosvezzamento o svezzamento classico?

2 Comments

  1. Reply
    Brigida

    Io Ho allattato Riccardo fino al sesto mese, poi ho cominciato con lo svezzamento classico. Fortunatamente ha sempre mangiato tutto volentieri, l’unico problema ,tutt’oggi , sono i dentini di Riccardo che se la prendono molto comoda . Nonostante abbia 15 mesi sono spuntati solo gli incisivi. Quindi stiamo andando molto a rilento, anche se ho iniziato a fargli assaggiare praticamente tutto .

    1. Reply
      Roberta Post author

      Grazie per avermi raccontato la tua esperienza con lo svezzamento. Noi stiamo affrontando una fase un po’ antipatica, Alessandro non vuole più mangiare la pappa ma è diffidente verso il nostro cibo. Spero, pian piano, di riuscire a convincerlo.
      Devo trovare una soluzione!

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