Autosvezzamento o Svezzamento Classico?

La mia esperienza di svezzamento ve l’ho ampiamente raccontata, trovate i post qui e qui. Durante la gravidanza ero fermamente convinta che avrei optato per l’autosvezzamento, poi l’inesperienza, la paura e la poca collaborazione di Alessandro mi hanno fatto desistere e scegliere la strada dello svezzamento classico.
L’articolo di seguito è stato scritto da Sara @mammainpuntadipiedi, che aveva già collaborato con il mio blog scrivendo un articolo sugli asilo nido che trovate qui.
Sara, insieme al suo meraviglioso bimbo, ha scelto di fare l’autosvezzamento e così le ho chiesto di darmi il suo punto di vista, che ho trovato tanto interessante da chiederle di scrivere un post.
Buona Lettura a tutti voi!

Dopo il parto, l’allattamento, le coliche e il sonno, un altro grande pensiero che attraversa la mente di una neo mamma è lo svezzamento.
Durante la gravidanza e nei primi mesi di vita di Cosimo mi sono posta spesso domande sull’argomento in questione, ma devo essere sincera, non mi sono mai informata approfonditamente, se non quando mio figlio ha compiuto 6 mesi. Inizialmente mi sono affidata alle direttive della pediatra, che in realtà è stata piuttosto sbrigativa: tramite mail mi inviò due fogli sullo svezzamento tradizionale, con spiegazioni brevi e concise sulla preparazione delle prime pappe e alcuni suggerimenti di comportamento.
Un pò impacciata e dubbiosa ho seguito le indicazioni: ho preparato il brodo vegetale ogni giorno (inizialmente di sole carote, poi di carote e zucchine, poi di carote, zucchine e patate e così via), ho grattugiato mele e pere, ho comprato tutti i tipi di creme (farro, riso, semolino,…). E se inizialmente Cosimo era felice ed incuriosito da questi miscugli che gli preparavo, poi ha perso interesse, mostrandone invece altrettanto per ciò che mangiavamo io ed Andrea.
Fin da piccolo Cosimo è stato con noi a tavola e da spettatore, con il passare dei mesi, è diventato protagonista attivo di questo momento. Ciò che mi ha portato verso la strada dell’autosvezzamento è stato vedere mio figlio divertirsi durante il pranzo (o la cena), inteso come spazio di condivisione e relazione: scambiarsi cibo e parole (versetti e lallazioni), assaggiare, fare facce strane e scoprire nuovi sapori, giocare con piatti, posate e bicchieri,… e come non ero convinta sullo svezzamento tradizionalmente inteso, ero invece altrettanto sicura di voler dare a mio figlio la possibilità di vivere il momento dei pasti nel modo più spontaneo possibile, senza troppe imposizioni (che per quelle, si sa, c’è sempre tempo).
Perché in fondo l’istinto di mamma e papà non sbaglia mai.
Innanzitutto ho chiesto consiglio ad una mia amica e mamma, che sapevo aver scelto l’autosvezzamento per suo figlio e lei, entusiasta, mi ha raccontato la sua esperienza e mi ha indicato qualche libro da leggere e il sito autosvezzamento.it. Questo sito internet in particolare è stato il mio vademecum: infatti ha saputo darmi tutte le informazioni base che volevo e con articoli chiari ed esaustivi mi ha tolto molti dubbi e paure; non so quante volte l’ho letto e riletto, ma posso assicurarvi che mi è stato davvero di grande aiuto. Innanzitutto mi sono rassicurata sulla prima domanda che mi assillava più di ogni altra: e se i pezzetti gli vanno di traverso? E così ho scoperto che nei bambini si attiva con estrema facilità il “riflesso faringeo”, che provoca un conato per impedire a corpi estranei di penetrare in gola. Nella nostra esperienza è successo un paio di volte che Cosimo avesse preso più pezzetti di cibo e non ve lo nego, siamo invecchiati 10 anni dallo spavento. Ma in pochi secondi il piccino ha risolto da solo il problema, sputando ciò che non ce la faceva ad ingoiare. Un altro dubbio: saprà masticare? In realtà le gengive sono abbastanza forti per tritare verdure lesse, piccoli pezzi di carne e pasta. Se ripenso a com’era buffo Cosimo sdentato mentre masticava con cura i fusilli, sorrido ancora.
Insomma, raccogliendo informazioni, rassicurazioni e consigli io e Cosimo, ma soprattutto lui, abbiamo deciso per l’autosvezzamento: all’inizio i pasti consistevano in piccoli assaggi, che facevano da aperitivo alla poppata successiva; con il passare dei giorni gli assaggi sono aumentati di quantità e piano piano sono andati a sostituire i pasti. I primi piatti proposti erano semplicissimi: pasta all’olio, verdure lesse, minestrine con pastina, ricotta, prosciutto cotto, carne all’olio e così via (tutto con pochissimo, se non inesistente, sale). L’evolvere del menù è andato di pari passo con la crescita del piccino e il tutto è avvenuto nel più naturale dei modi, seguendo la curiosità di Cosimo ed i suoi gusti, mai forzandolo e cercando di proporgli sempre nuovi sapori.
Ad oggi non posso che dirmi soddisfatta della scelta fatta, Cosimo ha un ottimo rapporto con il cibo; adesso ha 15 mesi, mangia di tutto e in modo autonomo (alterna mani e forchetta e beve al bicchiere da solo; inoltre vuole condirsi le pietanze da sè!), assaggia volentieri nuovi cibi e adora quando arriva il momento di riunirsi tutti intorno al tavolo!
Sara

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