Genitori o Fans?

– Mio figlio è bello, bravo, intelligente…
– Mia figlia è così avanti, elegante, fine…
– Oh amore di mamma, sei così intelligente, così avanti…

Essere fieri dei propri figli, è cosa buona e giusta.
Complimentarsi con loro per il raggiungimento di un obiettivo importante, è cosa buona e giusta.
Avere parole di conforto per aiutare i figli a superare un momento difficile, è cosa buona e giusta.
Essere genitori presenti nelle loro vite ed accompagnarli nella crescita, è cosa buona e giusta.
Consigliarli, insegnargli i giusti valori della vita, è cosa buona e giusta.
Spiegargli che è normale perdere, sbagliare, cadere e che è importante saper chiedere scusa e rialzarsi, è cosa buona e giusta.
Educarli all’umiltà, facendogli capire quanto sia cattiva la superbia, è cosa buona e giusta.
Non prendersi gioco della loro sensibilità ma, al contrario, valorizzarla, è cosa buona e giusta.
Essere fan dei propri figli è quanto di più sbagliato si possa fare.

Siamo genitori, sostenere i nostri figli è normale, naturale, ovvio, ma diventare dei loro seguaci no.
C’è una linea sottile tra l’essere sostenitori e il diventare fan(atici) che sarebbe meglio non oltrepassare.
Ed invece, ogni giorno, mi ritrovo a leggere notizie di cronaca aberranti: ragazzini che bullizzano altri ragazzini; ragazzini che bullizzano i professori.
Pare che gli adolescenti non riconoscano più alcuna autorità, che si siano superati i limiti della normale educazione, perché la buona educazione è tutt’altro.

E mi chiedo perché quando un figlio torna a casa con un brutto voto, invece di tirare le orecchie a lui, si tirano quelle del professore che “ce l’ha con mio figlio!”?

Ho sentito madri dire che i loro figli erano intelligenti e che i professori non li sopportavano perché erano troppo bravi.
Fermiamoci, pensiamo… pensiamo al fatto che se un figlio sente il proprio genitore dire queste cose, si sentirà autorizzato a credersi onnipotente e costantemente vittima di ingiustizia.
Non è giusto, non è corretto instillare questo delirio di onnipotenza in un ragazzo che avrà, certamente, i suoi punti di forza ed i suoi talenti, ma che deve imparare a vivere e a stare al mondo, che deve capire che i traguardi si raggiungono impegnandosi, lavorando duramente e che nulla è dovuto, ma tutto va guadagnato.

Non lusingare i propri figli per qualsiasi cosa facciano, non vuol dire non credere in loro e nelle loro capacità, al contrario, vuol dire crederci così tanto da non avere il bisogno di metterle continuamente in luce.
L’orgoglio non dichiarato è quello più reale, sincero e profondo…

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