Maternità e cambiamento

La maternità (così come la paternità) è un’esperienza poliedrica, magnifica, complicata e ricca di stupore.
Essere genitore è tutt’altro che semplice e per quanto tu possa aver letto, studiato, approfondito i tanti argomenti canonici (svezzamento, spannolinamento, allattamento, ciuccio sì o no, terrible twos e chissà cos’altro!), la teoria può rivelarsi distante anni luce dalla realtà.

Perché ogni bambino è diverso, perché ogni genitore è diverso, perché ognuno di noi ha una propria scala di valori e di sopportazione, perché la stanchezza può giocare brutti scherzi e farci agire nel modo esattamente opposto a quello che avevamo immaginato durante la gravidanza.

La maternità insegna la pazienza, la costanza, il senso di rinuncia e del sacrificio, ti mette davanti al fatto che le priorità devono cambiare e che tante volte dovrai accettare di passare in secondo piano.
Detta così, può sembrare spaventosa oltre che eccessivamente dura, ma non lo è.
E non sto parlando di quei luoghi comuni che vogliono una neo-mamma in pigiama fino a dopo pranzo, che desidera lo shampoo e per la quale le occhiaie sono diventate uno smokey-eyes rivisitato.
Tutto questo può essere evitato o, comunque, ridotto con un po’ di organizzazione e buona volontà: vi assicuro che ci si può lavare ed anche passare un velo di fondotinta… ed io sono la pigrizia fatta persona, quindi se ci sono riuscita io, possono farcela tutte!

Parlo piuttosto di quel senso di responsabilità e di devozione al benessere altrui che, naturalmente, ti scoppia dentro quando il tuo sguardo incrocia quello di tuo figlio; quella sensazione di protezione che provi quando il tuo bambino ti abbraccia o ti sorride.
Parlo di quell’inspiegabile buonumore che hai dopo aver dormito tre ore a notte ma che accompagna ogni tuo risveglio (o quasi).

Perché sì, ci sono giornate NO.
Ci sono momenti da cancellare e in cui ti senti sconfitta e fallita come madre ed essere umano.
Ci sono giorni infinitamente lunghi che sembrano durare 172 ore, nei quali sfoderi tutta la pazienza di cui sei munita per perderla ogni 13 minuti (se non meno).
C’è lo sconforto, il non sentirsi all’altezza, il pensare di non sapere educare e gestire i propri figli, di non essere capace ad assolvere al meglio i compiti della maternità…
Ma la buona notizia è che tutto questo è normale, che tutte ci passiamo, chi più chi meno, che tutte ci siamo sentite incomprese, sole ed esaurite e, probabilmente, è proprio questo che ci fa essere persone migliori.

La maternità ci aiuta a prendere consapevolezza di noi stesse, dei nostri limiti, dei nostri difetti ed anche dei nostri pregi, spingendoci a dare di più, è il motore da cui parte il cambiamento che vogliamo…

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