Il processo di accettazione…

Da tre mesi a questa parte, gli ultimi giorni del mese ed i primi, sono diventati una vera tragedia: il mio personale viaggio all’inferno, di cui ho i biglietti di andata e di ritorno.
Il biglietto di andata è lì, fisso ad aspettarmi, quello di ritorno sono io ad impormi di “comprarlo”, perché sì, perché è giusto così, perché lo devo a me stessa, perché lo devo a mio figlio ed al mio compagno, perché loro non vorrebbero che io facessi questo viaggio, perché anche io vorrei non farlo, vorrei affrontare questi giorni come tutti gli altri: con una costante malinconia, ma con la voglia di sorridere, di stupirmi, di affannarmi per la quotidianità e con la dura consapevolezza che certi vuoti non si colmeranno mai.

Eppure accade, accade che in modo inconscio io “parta” e che mi senta maledettamente sola con il mio dolore, che mi chieda il perché di tutto questo e che lo faccia giorno e notte, senza sosta.
Accade che mi senta incapace di gestire il mio cuore distrutto e di andare avanti, accade che le lacrime scendano incontrollate ed incontrollabili, accade che il sorriso mi abbandoni per giorni lunghi e bui, accade che io veda solo il negativo e non riesca a scorgere alcuna nota di positività nella mia vita, anche se so che così non è!
E quando tutto questo accade, sto male fisicamente e mentalmente, sento e vivo il mio corpo come un estraneo, non risponde ai miei input, non risponde alle mie richieste, ed io so che l’unico modo per superare questi momenti è fermarmi ad aspettare.
Devo avere pazienza, devo lasciare scorrere il tempo, devo lasciare libera la mia mente di fare il suo viaggio, di imporsi sul mio corpo e, ancor peggio, sulla mia volontà, devo concedermi il pianto, le urla, la rabbia, devo staccare la spina per poi ripartire più forte di prima, con più grinta e con la consapevolezza di avercela fatta un’altra volta, che partirò ancora e ancora, ma che tornerò sempre.

Forse è questo il lungo processo dell’accettazione: un percorso in salita, scosceso, pieno di ostacoli ed imprevisti, rovente e difficile, che purtroppo non c’è modo di evitare…

4 Comments

  1. Reply
    Alexa

    Hai scritto delle parole molto profonde, mi sono emozionata nel leggere e sapere che ci sono momenti in cui ti senti così

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