Verità o Bugie?

Verità o bugie?
Bugie bianche, omissioni, mezze verità o verità a tutti i costi?
A quale “team” appartenete voi?

Capita a tutti, nella vita, di mentire per le motivazioni più disparate: per “sopravvivenza”, per imbarazzo, perché “pare brutto”.
Le bugie dette perché “pare brutto” sono innumerevoli e, a volte, è giusto dirle!
No, non sto perorando la causa di Pinocchio, né desidero istigare a mentire, semplicemente, penso che non dire la verità perché scomoda o, peggio, “maleducata” sia cosa buona e giusta.

Eppure, da madre, tra le raccomandazioni che faccio più spesso c’è proprio quella di “non dire le bugie”.
Le bugie tra i bambini vanno forte, anche perché è uno dei tanti modi che hanno per esprimersi e, sovente, permettono di scoprire dei disagi o, più semplicemente, quanto siano fantasiosi i nostri figli.

Ma noi? Diciamo le bugie ai nostri bambini?
Nel pretendere che loro siano sempre sinceri nei nostri confronti, siamo sicuri di fare altrettanto nei loro?
A volte, noi genitori mentiamo per paura di traumatizzare i nostri figli, considerandoli troppo piccoli per capire, per metabolizzare, per elaborare cose che, comunque, captano e che, magari, gli generano inquietudine proprio a causa del mistero che -in assoluta buona fede- abbiamo creato.

Qualche giorno fa, ero al bar con Alessandro che, tra una patatina e l’altra, mi ha chiesto:”Dov’è il nonno Peppe?”
Ho risposto che era in cielo, e la signora seduta al tavolo affianco al nostro, mi ha guardata sorridendo: la mia risposta le era evidentemente piaciuta.
A quel punto, Alessandro mi ha guardata e ha continuato dicendo:”Non si può vedere…”
Io non mi sono sottratta alla sua curiosità e con candore gli ho spiegato che:”No, non possiamo vederlo, perché è morto, ma lui è sempre accanto a noi e ci vuole molto, molto bene!”
ED ecco che alla parola “MORTO” il sorriso della signora, che poco prima era a dir poco compiaciuta, si è spento, lasciando il posto ad uno sguardo di disapprovazione, perché di morte con i bambini non si parla (secondo lei!).

Nel “non si può vedere” di Alessandro, si celava un mondo di quesiti irrisolti, perché se in cielo si vedono le nuvole, il sole, le stelle, la luna, gli aerei, gli elicotteri, i palloncini ad elio che volano, gli uccelli e le farfalle, per quale ragione il nonno no?
Ed io, non ho voluto mentire a mio figlio, non ho voluto inventare una storia fantastica sul dono dell’invisibilità per giustificare una mancanza ed un’assenza che lui sente, evidentemente, più di quanto io possa immaginare.
Non ho voluto creare una verità che non esiste, pensando che potesse fargli meno male di quella oggettiva.

Ho scelto di dire la verità e l’ho fatto con il sorriso, con la voce calma e amorevole di una madre che decide di fare un dono al proprio bambino, e sono stata ricambiata con la piena serenità sul volto di mio figlio che ha ripetuto ciò che gli interessava sapere:”Nonno, ci vuole bene!”
E allora ho capito che la verità è sempre una buona idea…

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