Generazione Touch

“Il numero di bambini che sa navigare in Internet è di gran lunga superiore a quelli che sanno allacciarsi le scarpe.”

Ho letto questo dato e mi sono fermata a pensare a quanto il Web pervada, ormai, la vita di tutti noi, grandi e piccoli, uomini e donne, studenti, professori, medici, operai, avvocati, casalinghe, adolescenti, infanti… Pare che nessuno riesca ad accettare una vita offline.

La comunicazione digitale è, ormai, un dato di fatto planetario ed indubbiamente porta con sé molti vantaggi: la possibilità di rimanere in contatto con parenti ed amici che vivono lontani, essere informati in tempo reale di ciò che succede nel mondo, fare ricerche, soddisfare curiosità e ridurre le distanze.
Tutto sembra essere più vicino, più raggiungibile, più alla portata di chiunque.
Ed io penso che saper usare Internet, sfruttandone le potenzialità positive, possa fare la differenza nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
Ad esempio, per me, il blog e Instagram hanno la capacità di farmi uscire dal guscio in cui sono intrappolata, mi aiutano a veicolare emozioni che, altrimenti, rimarrebbero nella mia mente, nel mio cuore e nella pancia.
Però io sono adulta, ho delle consapevolezze oltre che gli strumenti per scindere in modo puntuale ed esatto la vita reale da quella virtuale.

Ma i bambini? Sin da piccolissimi sanno cercare canzoni su youtube, guardare le foto, andare da una pagina all’altra cliccando sui link, con quel minuscolo indice e la loro memoria fotografica usano le funzioni di tablet e smartphone meglio di noi grandi… loro sono soddisfatti e noi increduli, loro sono connessi e noi pensiamo di esserlo, loro sono nati nell’era di Internet e noi in quella delle costruzioni, loro ci sembrano più intelligenti ma, in realtà, sono solo cambiati i tempi, i giochi, gli stimoli.

Sociologi e psicologi dicono che i bambini almeno fino ai 3 anni non dovrebbero nemmeno sapere che forma hanno computer, smartphone e tablet e sono sicura che ci siano genitori che riescono perfettamente a tenere i loro figli lontani da questi dispositivi, ma credo che per la maggior parte di noi sia molto difficile, perché essere “connessi” è diventata la normalità e non ci accorgiamo nemmeno di avere il telefono tra le mani.
E siamo online sui gruppi dell’asilo, della piscina, del calcio, del tennis della danza e quant’altro, siamo “connessi” mentre leggiamo notizie di cronaca in formato digitale o cerchiamo una ricetta light su qualche sito di cucina… ma quanto siamo presenti? Presenti nella vita reale, presenti non fisicamente ma mentalmente, disposti all’ascolto dei nostri figli chiusi nel loro mondo fatto di videogiochi online o dei nostri mariti (delle nostre mogli) intenti a ridere mentre chiacchierano con un amico in chat?
Quante volte al giorno scriviamo su whatsapp “TVB” e quante volte lo diciamo vis à vis?
Quanti abbracci e baci inviamo tramite sms e quanti ne diamo effettivamente?
Quante chiacchierate si fanno davanti ad un buon caffè e quante dietro ad uno schermo?
Ovviamente, in alcuni casi essere online è l’unico modo per essere vicini ed una videochiamata è l’unico modo per vedersi, e allora Benedetto Internet, ma in tutti gli altri casi non va negato che quest’epoca di iperconnessione ci sta velocemente allontanando gli uni con gli altri.

Personalmente uso molto il Web, ho anche stretto amicizie che poi sono uscite dalla sfera virtuale e sono diventate reali, “realissime”, quindi lungi da me il voler demonizzare Internet che, come ho già detto, se saputo usare ha un mondo di risorse da offrire.
E sono sincera, Alessandro si mette in posa per un selfie e ascolta Battisti su youtube, sorride sulle note di “Ancora Tu” e sa passare a “Celeste Nostalgia” di Cocciante e ad “Una donna per amico”.
Ho fallito nel mio dovere di tenerlo lontano da dispositivi elettronici fino ai 3 anni, ma chiaramente non lo metto davanti allo smartphone per delle ore.
Scelgo di essere razionale ed attenta,scelgo di essere “online” nella vita digitale e anche, soprattutto in quella reale.

E voi, cosa ne pensate?

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